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Emilio Bulfon o della riscoperta degli antichi vitigni autoctoni del pordenonese
LA NOSTRA RICERCA
Il cuore della filosofia dell’azienda è rappresentato dalla riscoperta e dal recupero di antichi vitigni friulani coltivati per secoli sulle colline del Friuli occidentale.
Una vocazione nata grazie alla grande passione di Emilio Bulfon, scopritore di queste varietà autoctone, che con l’aiuto di Noemi e dei figli Lorenzo ed Alberta intende continuare a sostenere in futuro. Il cuore del lavoro è rappresentato dalla volontà di perseverare nella valorizzazione e nella tutela di questi vitigni, accanto ai capisaldi dell’attività vitivinicola: la cura costante dei vigneti, il miglioramento e l’affinamento della qualità dei vini ottenuti e l’accoglienza in cantina. Gli altri importanti traguardi che l’azienda si prefigge di raggiungere sono strettamente legati alla promozione dell’identità specifica del territorio attraverso la conoscenza della storia dei vitigni e dei vini. Antichi vitigni che, fino a una trentina d’ anni fa, sembravano scomparsi, fagocitati dai rovi e dall’ incuria degli uomini, ma che la passione di Emilio Bulfon ha fatto rinascere a nuova vita e con cura, ha individuato, selezionato e rimpiantato, con la collaborazione degli esperti ampelografi dell’ Istituto Sperimentale di Conegliano.
Nel 1987, l’ Amministratore provinciale di Pordenone, riconoscendo il lavoro di recupero e valorizzazione compiuto da Emilio Bulfon, gli ha conferito la medaglia d’ oro e, dopo aver avviato in una delle sue aziende agricole l’ impianto sperimentale di ventiquattro vitigni autoctoni friulani, ha promosso con il contributo del Comitato iniziative agricole della Fiera di Pordenone e dell’ Istituto di Enologia di Conegliano, il libro di carattere storico e scientifico Dalle colline spilimberghesi nuove viti e nuovi vini, a cura di Emilio Bulfon, Ruggero Forti e Gianni Zuliani (1987, p. 83), dove per la prima volta sono state pubblicate le schede ampelografiche delle varietà recuperate: Ucelut, Piculit-Neri, Sciaglin e Forgiarin.
Una ricerca che è continuata in seguito con la riscoperta di altre cultivar un tempo presenti nell’area pordenonese e in via d’estinzione: è il caso della varietà Cividin, Cjanorie e Cordenossa, recuperate, selezionate e coltivate ormai da decenni nei vigneti dell’azienda a Valeriano per concessione dell’Ispettorato provinciale dell’Agricoltura di Pordenone e con l’autorizzazione della Regione. Tutte e tre varietà di vite iscritte nel Catalogo nazionale delle varietà. Cividin e Cjanorie sono anche classificate nella Regione Friuli per la zona e sono state inserite nella lista dei vitigni della IGT Venezia Giulia.
Nel 2010 Emilio Bulfon in occasione della 43ª edizione del Vinitaly, il salone internazionale del vino europeo che si svolge ogni anno a Verona, è stato insignito dell’onorificenza di “Benemerito della vitivinicoltura italiana 2010”, Gran Medaglia di Cangrande della Scala. Un prestigioso riconoscimento che ogni anno, dal 1973, viene attribuito dall’Ente autonomo VeronaFiere ad una sola persona per ogni Regione italiana per premiare chi si sia particolarmente distinto per aver saputo valorizzare la cultura vitivinicola di un territorio e con la propria attività professionale o imprenditoriale abbia contribuito al progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese.
Un importante riconoscimento che ha coronato il lungo lavoro sin qui realizzato da Emilio Bulfon e dalla sua famiglia.
RICONOSCIMENTI
1983
Medaglia d’oro assegnata ad Emilio Bulfon (sommelierdella sez. regionale F.V.G. dal 30.03.1972) da: Provincia di Pordenone, Comunità Montana e Comune di Castelnovo del Friuli “a testimonianza del qualificato lavoro profuso con tecnica e passione per la valorizzazione dei tradizionali vitigni della riviera di Castelnovo del Friuli” (29.05.1983)
1987
Per l’opera di salvaguardia di un patrimonio genetico in via d’estinzione, avviata a partire dal 1964, l’Amministrazione provinciale di Pordenone nel 1987 gli ha conferito la medaglia d’oro ed ha promosso la pubblicazione scientifica Dalle colline spilimberghesi nuove viti e nuovi vini, a cura di E. Bulfon, R. Forti, G. Zuliani, Provincia di Pordenone, 1987.
Attestato di merito conferito dall’Amministrazione provinciale di Pordenone “per il recupero nella zona dello spilimberghese, di antichi e rinomati vitigni, avviando una prima produzione dei vini che si è rivelata di grande interesse qualitativo e commerciale” (10.09.1987)
1989
Nobile del Ducato dei Vini (30.06.1989)
2005
Attestato di merito “Luciano Savio” conferito da Pordenone Fiere “per l’importante contributo in termini di innovazione e sviluppo economico espresso attraverso la propria attività aziendale, favorendo la crescita economica e sociale del nostro territorio” (03.09.2005).
2010
Grande traguardo per Emilio Bulfon che è stato insignito l’8 aprile 2010 dell’onorificenza “Benemerito della vitivinicoltura italiana 2010”, Gran Medaglia di Cangrande della Scala, in occasione della 43ª edizione del Vinitaly, il salone internazionale del vino europeo che si svolge ogni anno a Verona. Si tratta di un prestigioso riconoscimento, che ogni anno, dal 1973, viene attribuito dall’Ente autonomo Veronafiere ad una sola persona per ogni Regione italiana per premiare chi si sia particolarmente distinto per aver saputo valorizzare la cultura vitivinicola di un territorio e con la propria attività professionale o imprenditoriale abbiano contribuito al progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese.
L’AZIENDA
L’azienda vitivinicola Bulfon si trova a Valeriano nella provincia di Pordenone, nell’area pedemontana della provincia di Pordenone, immersa tra boschi, colline e le rive del fiume Tagliamento, uno dei più antichi corsi d’acqua d’Europa, a metà strada tra la cittadina medievale di Spilimbergo, ricca di tesori d’arte e patria del mosaico, e il centro collinare di San Daniele del Friuli, patria dell’omonimo prosciutto.
I vigneti si estendono nel territorio che comprende i comuni di Castelnovo del Friuli e Pinzano al Tagliamento, su una superficie in parte collinare, costituita da 15,90 ettari di cui nove coltivati a vigneto esclusivamente di varietà autoctone friulane recuperate ormai da decenni.
L’azienda cerca di coniugare le innovazioni tecnologiche in campo enologico con la valorizzazione del territorio: dispone di una moderna cantina, un punto vendita, un’ampia sala degustazione con una raccolta etnografica ed offre a chi volesse pernottare e fare una prima colazione anche un alloggio agrituristico, accreditato da ERSA con 5 margherite, articolato in quattro camere e piscina.
Dal 2006 l’azienda, che è stata qualificata dall’Ersa anche come Fattoria Didattica, promuove non solo i vini, ma anche il ricco patrimonio di storia ed arte del territorio. Non a caso il logo dell’azienda, e l’etichetta dei vini, ormai inconfondibile, traggono spunto in da un particolare di un affresco di origine medievale, presente nella Chiesa di Santa Maria dei Battuti di Valeriano, raffigurante l’Ultima Cena.
All’enoturista in visita viene offerta la possibilità di essere accompagnato nei vari vigneti terrazzati dell’azienda e di fare escursioni in bicicletta in collina, ma anche di visitare le chiese locali che conservano importanti opere (affreschi del Pordenone), il castello dei conti Savorgnan, il sacrario austroungarico, il ponte di Pinzano sul Tagliamento e un’ambiente naturalistico rimasto sinora fortunatamente incontaminato.
L’azienda è associata al Consorzio Tutela Vini Doc Friuli Grave, al Movimento Turismo del Vino, all’associazione di produttori EnoPordenone.
Dove siamo
L’azienda è collocata nella fascia pedemontana della provincia di Pordenone, a mezza strada tra la cittadina medievale di Spilimbergo, ricca di tesori d’arte e patria del mosaico, e il centro collinare di San Daniele del Friuli, patria dell’omonimo prosciutto. La cantina ha sede a Valeriano, frazione di Pinzano al Tagliamento, piccolo centro che vanta la presenza di importanti opere d’arte: nella Parrocchiale di S. Stefano si può ammirare il primo affresco datato e firmato da Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone e nel vicino Oratorio di S. Maria dei Battuti, già sede di una antica confraternita, sono collocati vari dipinti (tra gli altri un’Ultima Cena di scuola locale trecentesca da cui è stato tratto spunto per l’etichetta dei vini Bulfon e la celebre Natività cinquecentesca del Pordenone).
L’accoglienza in cantina e in alloggio
Gli ospiti in visita alla cantina vengono guidati dalla famiglia Bulfon nei vari settori dell’azienda: dall’area esterna coperta da un porticato e tecnologicamente attrezzata per la trasformazione dell’uva, alla cantina vera e propria dotata anche di una piccola sala adibita all’affinamento in botti di rovere di alcuni vini adatti all’invecchiamento. Ai visitatori vengono illustrate la storia del recupero degli antichi vitigni, le caratteristiche dei vini e i processi di vinificazione. Essi possono quindi degustare le singole varietà autoctone prodotte dalla casa in un’ampia sala di degustazione atta ad accogliere gruppi di enoturisti o comitive più numerose. L’azienda, circondata da un giardino, dispone di un vasto spiazzo per il parcheggio di automobili e pullman e doppi servizi igienici (uno per disabili).
A 250 m. sorgono l’Alloggio Agrituristico Bulfon (immerso nel verde, con attiguo vigneto e una rilassante piscina ed un piccolo appartamento arredato (Casa Noemi), che grazie alle camere messe a disposizione dei turisti consentono all’azienda di accogliere per il pernottamento e la prima colazione una decina di persone.
La Cantina
L’edificio, immerso nel verde, è composto da una moderna cantina, un’accogliente sala per la degustazione del vino e un punto vendita. L’azienda, a conduzione familiare, cerca di coniugare lo spirito imprenditoriale e le moderne tecnologie vitivinicole con la conservazione delle antiche tradizioni locali e della cultura rurale friulana. I terreni coltivati a vigneto si trovano nel territorio compreso tra le colline marnose del Comune di Castelnovo del Friuli e le distese ghiaiose poste sulle rive del fiume Tagliamento tra Valeriano e Pinzano. I vini ottenuti, che si presentano in bottiglie dall’inconfondibile etichetta, ideata dallo stesso Bulfon in diverse varianti cromatiche a seconda del tipo di vino e che trae spunto da un particolare di un affresco medievale raffigurante l’Ultima cena dipinto nella trecentesca Chiesa di Santa Maria dei Battuti di Valeriano, sono commercializzati in Italia e all’estero e rappresentano una produzione di nicchia ricercata, in tempi di sempre più accelerata e generale omologazione dei prodotti enogastronomici.
Come arrivare:
Da Venezia e Trieste:
Autostrada A4, uscita Portogruaro, proseguire sulla A28 verso Pordenone fino allo svincolo di Cimpello e imboccare la Superstrada Cimpello – Sequals, seguire quindi l’indicazione Lestans, quindi, procedendo in direzione di Pinzano al Tagliamento, si arriva a Valeriano.
Dall’Austria e Tarvisio:
Autostrada A23, uscita Osoppo – Gemona, proseguire per San Daniele del Friuli, seguire indicazione per Ragogna e Pinzano al Tagliamento, proseguendo verso Spilimbergo, si giunge a Valeriano.